top of page

I giovani e la prima squadra

 

Quante discussioni anima questa argomento ad ogni stagione? Molte, probabilmente troppe. Nel nostro campionato di LNA ogni anno vengono inseriti o riconfermati nelle rose delle prime squadre dei giovani interessanti che molti si aspettano di vedere in campo durante le partite. In svizzera e nel campionato di LNA non vi sono regole specifiche sulla gestione di questi ragazzi e di conseguenza ogni club fa come meglio crede, il che è un po’ un peccato perché in altri paesi le federazioni danno una mano concreta nella direzione della formazione di questi giovani come ad esempio nella A1 Croata dove un U20 deve sempre essere in campo. Regola esagerata? Forse, ma sicuramente utile. La nostra federazione-lega invece si limita a fare delle statistiche sui minutaggi di questi ragazzi per poi fare una classifica dei club che più investono minuti sui propri giovani a referto. A mio modo di vedere un dato poco realistico e utile. Una cosa è certa, sono pochi per non dire pochissimi i giovani che riescono a diventare giocatori da minutaggi importanti tra i pro e un’analisi su questo argomento va fatta. Cercherò di esprimere il mio pensiero rispondendo in maniera obiettiva a una serie di domande che mi sono posto.

 

Cosa si intende con giovane?

Da che età uno non è più da considerare un giovane?

A che età un ragazzo dovrebbe essere inserito nella rosa della prima squadra?

Ci sono ragazzi pronti a far parte della rosa della prima squadra?

Il giovane migliora se viene inserito in prima squadra?

I minuti di gioco sono fondamentali per la crescita?

Cosa si potrebbe migliorare alle nostre latitudini per aiutare i migliori giovani?

 

A mio modo di vedere spesso si abusa del termine “giovane”. Spesso ci si infila dentro il 24enne di turno che a mio modo di vedere più che un giovane è un uomo. Uno sportivo che sta entrando nel suo momento d’oro per quanto concerne la carriera agonistica. Un giovane per me è da intendersi un ragazzo che è ancora nel pieno della formazione e che ha la possibilità di avere a che fare con la prima squadra come un “qualcosa in più” nella sua attività agonistica poiché ci si intravede del potenziale. Non credo che un giocatore dopo i 20 anni si debba ancora considerare giovane, non nel senso sportivo del termine almeno. È pur vero che a 20 anni si può ancora migliorare (si impara sempre fondamentalmente e a qualsiasi età), ma se a quell'età non sei pronto a cogliere l’occasione di far parte della prima squadra allora semplicemente non sei un talento ma uno dei tanti che giocano a basket.  Non vi è invece un età minima precisa nella quale uno dovrebbe essere inserito nella rosa. Molto dipende dalle qualità atletiche prima ancora che tecniche del giocatore. Ovviamente senza trascurare l’aspetto mentale e di attitudine al lavoro e ai sacrifici ai quali spesso i ragazzi non capiscono di andare in contro. Nel 90% dei casi (almeno alle nostre latitudini) il giovane NON È ASSOLUTTAMENTE PRONTO a far parte del team di LNA. I motivi sono molti, come ad esempio la scarsa competitività che ha avuto o ha nei campionati giovanili, la mancanza di una preparazione atletica adeguata, fondamentali ancora non acquisiti del tutto, scarso senso del sacrificio, mancanza di umiltà cosi come al tempo stesso una sana dose di “faccia tosta”, mancanza di talento e/o peggio ancora scarse qualità antropometriche.  In questo momento tutte e otto le squadre hanno all'interno almeno 2 o 3 giovani il che fa circa una ventina di giovani talenti. Se 3 o 4 di loro corrispondono in maniera positiva a tutti i presupposti sopra descritti è già un lusso. Questa è la realtà dei fatti a mio modo di vedere. Poi è ovvio, non vogliamo o non possiamo far si che le squadre abbiano 10 professionisti e non ci sia spazio per dei giovani quindi dobbiamo lavorare anche con ragazzi che hanno evidenti carenze. Che il giovane in prima squadra migliori è indiscutibile, a meno che non vada a far parte di un team che in allenamento gioca tutto il tempo 5c5 con il ragazzo che resta seduto a guardare tutto il tempo (a volte in alcuni team e con qualche allenatore capita anche questo purtroppo). Il talentino play di turno abituato a marcare il proprio compagno giovane di turno e probabilmente meno forte di lui che all’improvviso si ritrova a marcare il pro americano di quel ruolo non può che migliorare. Oserei definirlo un automatismo. Sono sempre stato però del parere che più che l’allenatore spesso è il livello del gruppo che ti fa crescere e migliorare. Più forte è il gruppo e più si alza la competitività che é un fattore fondamentale per la formazione nel processo di crescita del singolo. Per molti di questi giocatori però non è abbastanza lavorare in prima squadra. Proprio per il fatto che vengono inseriti spesso per necessità e che si pretende da loro magari a 16 anni o 17 anni in provenienza da un campionato ridicolo regionale che siano "pronti". Bisogna riconoscere che questi ragazzi hanno determinate lacune che all’interno di un regolare allenamento di una prima squadra non possono essere colmate. Il un mondo ideale hai una palestra con 4-6 canestri e più di un assistente e così riesci a lavorare individualmente con loro, oltre che in un contesto di gruppo insieme ai pro. Siamo onesti però, questo da noi in svizzera mi permetto di dire che non avviene. Sicuramente si organizza qualche allenamento individuale ma non è un lavoro costante (quotidiano) che invece sarebbe fondamentale. Quindi sicuramente un giovane migliora allenandosi in prima squadra ma deve avere quel senso di “voglio affrontare i miei punti deboli” continuo e NON DOVREBBE MAI “accontentarsi” di un cognome scritto su un foglio o su una maglia e del rimborso spese a fine mese. Per esperienza personale vi posso dire che è quello che accade alla maggior parte di loro.  L’aspetto che crea più polemiche (partite dai tifosi ma che poi degenera tra dirigenti) è quello del minutaggio di questi ragazzi. Molte volte ci rendiamo ridicoli su questo tema. Che differenza vi è tra il far giocare un giovane 1 minuto nel secondo quarto o gli ultimi 50 secondi del match quando l’esito dello stesso è già deciso dallo score a tabellone? Per me non vi è alcuna differenza, semplicemente il primo tipo di gestione è più “furba” e ti regala magari posizioni migliori nella famosa classifica creata dalla lega sui minutaggi dei giovani. Questo genere di “minutaggio” a disposizione dei giovani conta ben poco nella loro crescita, se mai sono da interpretare come un “premio” al loro impegno. Se invece si parla di un giovane al quale viene affidato il compito di essere vice di un pro e che gioca 10-15 minuti ad ogni match allora il discorso cambia, ma come sappiamo questi casi sono rarissimi che si scontrano con il dovere degli allenatori di raggiungere un risultato sportivo a fine stagione, sia esso vincere il campionato o il non retrocedere alla categoria inferiore. Bisogna che i settori giovanili abbiano una buona capacità autocritica e continuino a migliorare il proprio lavoro arrivando a portare in prima squadra dei ragazzi pronti a quell’esperienza. Pensate davvero che se un allenatore si trova davanti un cambio valido non lo inserisca nella rotazione dei cambi in partita? Non conosco allenatori lesionisti o quanto meno ne conosco ben pochi. Ci vuole sicuramente più dialogo tra le prime squadre e i settori giovanili ma questo deve avvenire in sinergia. I settori giovanili come detto devono migliorare la qualità del proprio lavoro e di quello che offrono ai giovani anno dopo anno e le prime squadre devono avere prima o poi il “coraggio” di rischiare e investire su qualcuno. Non mi aspetto che di punto in bianco la lega o swissbasketball inseriscano una regola utile ad aiutare i giovani talenti nelle prime squadre come quella della A1 Croata citata prima, ma il fatto che dalla prossima stagione si giocherà con soli 3 “stranieri” oltre a far scendere il livello del campionato (cosa secondo me negativa) porterà i club ad andare a cercare giocatori nel pieno della loro carriera che possano dare subito un contributo come giocatori svizzeri. Questo non aiuterà i giovani ma sarà un ulteriore limite se mai dal mio punto di vista. L’unica soluzione possibile quindi è quella di aumentare il livello dei settori giovanili e dare alle prime squadre giocatori formati e pronti, una bella difficoltà, soprattutto alle nostre latitudini.         

Via Giuseppe Maggi 5, 6963 Pregassona

+41 76 471 62 02

lopesbasket@hotmail.com

« Ognuno sta solo sul cuor della terra trafitto da un raggio di sole: ed è subito sera. »

Cit. Salvatore Quasimodo

© 2014 by Carlos Lopes 

bottom of page